La mia Istanbul - Francesca Pacini
La mia Istanbul - Francesca Pacini

Il segno dei tempi

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Aiutare dei cani, salvarli.
Ma che pretendo, da un mondo che sta a guardare un genocidio da più di un anno?
Da uomini e donne oramai abituati spensare solo a se’ stessi e allo loro piccolo mondo di affetti?
Ancora una volta noto che i social ci hanno solo abituato al narcisismo, al vuoto del nulla di ciò che si propone.
Ci hanno abituato a un bla bla superficiale privo di ogni sostanza.
Anche fuori dei social, il deserto, una pallida memoria di ciò che fu umano, una volta.
Intendiamoci, io non sono una volontaria. Non lo sono mai stata. Perché sono un cane sciolto, e una zingara.
 
Ma amo gli animali e li ho sempre aiutati, così come ho fatto anche con gli esseri umani, prima che mi venga vomitata addosso la solita merda.
E a chi mi domanda
Ma i cani del sud allora?
Ma gli orsi cinesi?
Ma le scimmie della Tanzania?
Io rispondo
La vita, il destino, ci fanno incontrare storie e situazioni. Non possiamo raccoglierle tutte, non siamo Atlante che porta sulle spalle il peso del mondo.
Dobbiamo fare scelte. L’importante, per me, per te, per voi, è’ cercare di fare di questo posto un mondo migliore.
E se invece che di cultura, viaggi, arte, società questo periodo insisto sui randagi di Istanbul e’ perché e’ un ‘urgenza che ho toccato con mano. Mano su zampa.
E non penso sia riduttivo per me, come ha paventato un amico, occuparmi di questi animali.
Ho un progetto chiaro in testa, e’ un sentire che loro sono una delle strade maestre che abbiamo a disposizione per tornare a ‘ casa’ dentro noi stessi.
C’è molto più di quello che sembra.
Ci sono dei ‘ compassi morali’ , come ha detto un reverendo a Betlemme lo scorso natale, che stanno indicando che questo mondo sta andando in pezzi.
E, guarda caso, i bambini e gli animali sono il simbolo dell’innocenza perduta.
Sono quelli che non dovrebbero mai essere toccati.
Sono gli indifesi, i senza voce, i messaggeri del cielo da cui siamo caduti.
E questo pianeta continua a massacrarli, a perseguitarli.
E così tutto ciò che resta di bello e puro viene eliminato.
Ogni volta, con tutte le scuse e le giustificazioni possibili.
Ma non vi rendete conto di quanto siamo sfasciati? Di quanto la via del cuore e’ stata interrotta, obbligata a un cantiere perenne di lavori forzati?
 
E’ quello che vogliono le ombre, i signori neri di questo pianeta e di questi universi.
La luce e’ quasi scomparsa. Spetta a noi soffiare sulla sua fragile fiamma, quella che ancora si accende nel centro del petto.
 
Ecco, che c’entrano i cani. C’entrano con la compassione, con le loro contro le ingiustizie. E con la triste indifferenza di chi non aiuta neanche a condividere una pagina Instagram.
Figuriamoci aderire a sostenere un progetto….
Mi chiedo solo per quanto vorremo fingere che il grido degli innocenti non ci arrivi addosso.
Per quanto chiuderemo gli occhi e allo strazio del sangue preferiremo i pizzi del Grande Fratello.
Che stanchezza. Quel ‘ restiamo umani’ si fa sempre più sbiadito.
Inghiottito dal grande circo della menzogna con vi portiamo avanti l’illusione che questo sia ancora un mondo degno della dignità di un’esistenza. Di ogni esistenza.